L’efficientamento energetico nelle aziende dovrebbe essere un obiettivo da perseguire con un approccio strutturato, sulla base di un piano d’azione dettagliato. Tuttavia, spesso capita che vengano intraprese azioni disordinate o dettate da emergenze come rotture di apparecchi o necessità di adeguamenti normativi. In questo modo l’efficienza energetica viene quasi “subita”, più che vissuta come un intervento strategico per migliorare la redditività aziendale. Proviamo a vedere le cose in modo diverso e capire insieme come inserire l’efficienza energetica al centro della strategia aziendale.
Efficientamento energetico aziende: strategia e obiettivi
Partiamo appunto dalla parola “strategia”, che non è usata a caso. Dal dizionario Treccani leggiamo che strategia è “la tecnica di individuare gli obiettivi generali di qualsiasi settore di attività pubbliche e private, nonché i modi e i mezzi più opportuni per raggiungerli”. Si tratta quindi di un qualcosa che va studiato a tavolino, individuando i propri obiettivi e studiando un piano di interventi volto a raggiungerli. La prima regola dell’efficienza energetica è quindi, non agire sulla base di un impulso momentaneo. Se state pensando di rendere la vostra azienda più efficiente, ad esempio a causa dell’impennata dei costi energetici, è molto probabile che abbiate già rinunciato ad una fetta di risparmio per anni.
Ci sono 4 ragioni principali per realizzare un piano per l’efficienza energetica: esse possono essere tutte valide, o può essercene preponderante rispetto alle altre. Individuiamole con un titolo.
- Money: ridurre i costi vivi dell’azienda per recuperare competitività o aumentare i margini;
- Marketing: migliorare la sostenibilità ambientale per rispondere alle richieste degli stakeholder (clienti e fornitori);
- Safety: rinnovare gli ambienti di lavoro per migliorare il comfort degli addetti;
- Business: liberare risorse finanziarie ed economiche per investire nel core business.
La prima buona notizia è che qualsiasi sia l’obiettivo da raggiungere, il punto di partenza è il medesimo: conoscere se stessi. Non si tratta di un approccio religioso-filosofico, al contrario si tratta di una prassi ingegneristica: per sapere dove mettere le mani è innanzitutto necessario sgombrare il campo dai preconcetti e verificare le convinzioni che spesso si accumulano negli anni in relazione alle maggiori fonti di spesa energetica.
Chi vive ogni giorno la fabbrica ne conosce la storia e i problemi, ma può capitare che diventi un po’ assuefatto a certe consuetudini, per cui farsi accompagnare in questo percorso da un consulente che veda le cose con occhi “esterni” è molto importante.
Realizzare una diagnosi energetica, anche per i soggetti non energivori che non sono obbligati a farla, è sempre un’ottima idea. È come quel check-up dal medico che ci ripromettiamo sempre di fare e rimandiamo di continuo per paura di scoprire brutte sorprese: in verità è evidente che conoscere i punti deboli è un passaggio ineludibile per trasformarli in punti di forza. L’obiettivo della diagnosi energetica è quindi costruire un’immagine chiara di dove come quando e perché si consuma l’energia in azienda. Tale immagine può essere statica, perché ottenuta con misurazioni istantanee dei carichi o valutazioni esperienziali, o dinamica, quando si decide di investire sulla realizzazione di un sistema di monitoraggio permanente. Questa seconda strada comporta un investimento iniziale, ma oggi sono disponibili tecnologie e software davvero alla portata di tutte le tasche e tutte le esigenze ed è sicuramente la scelta migliore. Oltre che descrivere il punto di partenza, un sistema di monitoraggio ci permette di verificare in continuo l’impatto della strategia di efficientamento, man mano che la mettiamo in atto.
Ad ogni modo, una volta che abbiamo individuato il punto di partenza abbiamo già fatto una parte importante del lavoro, si tratta solo di mettere in fila le opportunità di intervento in base a quale dei 4 obiettivi principali abbiamo scelto.
A ognuno il suo: il piano d’azione per l’efficientamento energetico nelle aziende
Vediamo ora il piano d’azione necessario in base ai quattro obiettivi delineati.
1. Strategia money
In questo caso si realizza un piano d’azione che mette in fila le diverse azioni possibili in base a 2 variabili:
- i tempi di rientro di ogni investimento;
- il peso che ciascun investimento ha sulla redditività complessiva dell’azienda.
Banalizzando, per capirci: cambiare una lampadina a filamento o un piccolo scaldabagno bucato è un investimento che si ripaga in tempo zero, ma ha uno scarso impatto sui conti generali. Viceversa, cambiare la caldaia principale che fornisce vapore al processo, può generare flussi di cassa fortemente positivi, ma richiedere un grande investimento iniziale e magari fermi produttivi, revisione dei layout, modifica dei parametri di processo. Vanno quindi messe insieme le due variabili e generalmente partire dai cosiddetti consumi ausiliari alla produzione è una buona idea: cose come la produzione di aria compressa, l’illuminazione degli ambienti, la distribuzione del calore, la ricerca perdite e sprechi. Si tratta di interventi sistemici in grado di rispettare il motto “poca spesa, tanta resa”.
2. Strategia marketing
Intendiamoci subito, non significa buttare via soldi e nemmeno investirli in una campagna pubblicitaria. Si tratta invece di risparmiare e, contemporaneamente, migliorare la propria immagine. Ciò significa che non sempre è il caso di partire dalla realizzazione degli interventi nell’ordine valido per l’approccio precedente, che spesso comporta la realizzazione di interventi poco visibili o con poco storytelling. Provate a costruire una storia sul fatto che avete eliminato le perdite del circuito di aria compressa, o sul ripristino di quegli strati di coibentazione dell’acqua calda che si erano sfaldati da molto tempo. La regina dell’approccio marketing è l’autoproduzione, che in molti casi corrisponde con la realizzazione di un impianto fotovoltaico. La produzione di energia rinnovabile per autoconsumo è insieme un ottimo investimento e un’ottima nuova fotografia per il vostro sito web o per i piani di riduzione delle emissioni richiesti dai vostri clienti, sia B2C che B2B.
3. Strategia Safety
Spesso l’obsolescenza di alcuni apparati può portare a condizioni di stress sul posto di lavoro, che in ultima analisi riducono anche la produttività e la redditività dell’azienda. I casi più tipici riguardano condizioni di scarsa o eccessiva illuminazione, o di troppo caldo/troppo freddo nelle postazioni di lavoro, a volte con condizioni a macchia di leopardo per cui tutte queste condizioni si presentano contemporaneamente in diverse aree del sito produttivo. In questo caso l’esperienza di chi vive tutti i giorni la fabbrica va tenuta in massima considerazione, e poi assieme al consulente si individuano le azioni da realizzare. Generalmente, questa situazione si verifica in ambienti caratterizzati da tecnologie obsolete quindi con margini di efficientamento molto ampi, in cui sarà possibile migliorare il comfort e allo stesso tempo realizzare un investimento redditizio.
4. Strategia Business
Il bello di questa strategia è che si può applicare contemporaneamente a tutte le altre, e anche in ambienti in cui l’efficienza energetica è in effetti già perseguita con metodo. Consiste nello spostare alcuni costi energetici verso l’esterno, trasformare immobilizzazioni finanziarie in cash flow e sostituire il concetto di possesso con quello di servizio. In pratica cosa significa? Significa collaborare con una ESCo, una specie di superconsulente energetico con potere di spesa. Attraverso una ESCo potrete realizzare un impianto fotovoltaico senza investire, ma acquistando l’energia elettrica prodotta dall’impianto ad un prezzo conveniente. Oppure potrete cambiare la caldaia, il compressore, o l’illuminazione, stipulando un contratto di rendimento energetico in cui, senza alcun investimento diretto, otterrete una nuova tecnologia e un risparmio immediato. Ma forse su questo c’è bisogno di un nuovo approfondimento.
In conclusione
Ogni istante che state aspettando prima di iniziare a conoscere il bilancio energetico della vostra azienda, è un istante in cui state perdendo l’opportunità di risparmiare, aumentare la produttività e la vostra immagine sul mercato. Io il telefono lo alzerei…