Ormai è un chiodo fisso per tutti, cittadini privati e titolari d’azienda: ognuno pensa a come riscaldare risparmiando. Del resto l’arrivo delle bollette energetiche inquieta, e non a torto. Le materie prime, gas ed elettricità, hanno subito variazioni di prezzo al rialzo, impensabili fino a pochi mesi fa (131% elettricità, +95% gas, 2022/2021. Fonte: Arera).
Immaginando l’autunno 2022 e gli anni a venire, è già chiaro che si dovranno fare sacrifici in termini di abbassamento di temperatura all’interno degli ambienti domestici e industriali. Se in casa si può indossare un maglione in più, nelle industrie e nelle realtà energivore (pensiamo a un centro commerciale, per esempio), oltre al freddo, il rischio riguarda soprattutto la capacità produttiva.
Occorre trovare al più presto una soluzione per ottimizzare l’utilizzo di energia: una possibile risposta a questa esigenza è riscaldare risparmiando e sfruttando fonti alternative.
Secondo Simeri, il Sistema Italiano di Monitoraggio delle Energie Rinnovabili in Italia, al 2020, l’energia termica coperta da fonti rinnovabili era già pari al 19,9% del totale e aveva superato l’obiettivo indicato per quell’anno dalla Direttiva 2009/28/CE (17,1%). Le opportunità di incremento, oggi, non mancano.
Tecnologie e modelli innovativi per ottimizzare le risorse energetiche e ambientali
Riscaldare risparmiando sarà sempre più un imperativo, anche se, in verità, non è certo un tema sul quale non si sia mai riflettuto prima. Alle due motivazioni già note e affermate negli ultimi anni, il taglio dei costi in bolletta e il raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità ambientale, si è solo aggiunta una terza importante ragione, che non cannibalizza le precedenti, bensì le pone solo provvisoriamente in ombra. Parliamo del rischio di rimanere senza gas, come diretta conseguenza delle tensioni geopolitiche in atto. Attualmente, infatti, l’Italia importa oltre il 95,4% del gas per il proprio fabbisogno, di cui poco più del 40% dalla Russia (fonte: Ansa).
L’innovazione nel settore del riscaldamento, però, avanza velocemente e consente di far convergere i tre obiettivi evidenziati. Il Position Paper di EHI (Association of the European Heating Industry), pubblicato il 31 marzo 2022, è confortante: i pilastri del rinnovamento sono diversi e tutti promettenti. Già oggi è possibile riscaldare risparmiando grazie a tecnologie consolidate e/o in via di sviluppo:
- Fotovoltaico e solare termico
- Pompe di calore
- Biomasse
- Idrogeno verde
- Cogenerazione
- Teleriscaldamento da combustione di rifiuti non riciclabili
- Geotermia
- Biomasse
- Cappotti termici in materiale edile isolante e innovativo
Il documento richiama l’attenzione dei Paesi europei sulla necessità e urgenza di creare un “nuovo paradigma del riscaldamento degli edifici”, “accelerando la sostituzione dei vecchi e inefficienti riscaldatori con alternative moderne e più sostenibili” (cit). Ciò come priorità per contribuire ai risultati di decarbonizzazione attesi al 2050.
Perché in futuro sarà più facile riscaldare risparmiando
In Italia, le fonti rinnovabili non sono ancora allo stato dell’arte. Il sole, il vento, l’acqua, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici e inorganici o di biomasse avrebbero potuto avvantaggiarci nella situazione attuale di crisi geopolitica ed energetica. Così non è stato, ma tutto può cambiare.
L’Italia, infatti, è impegnata nello sviluppo di un sistema integrato ricerca-industria, in grado di accelerare l’introduzione sul mercato di nuove tecnologie, prodotti e servizi. La prospettiva è quella della decarbonizzazione, ma certo si guarda anche a come riscaldare risparmiando. Da una parte, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), sta lavorando su progetti in linea con gli obiettivi generali del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). I principi ispiratori dei progetti s’inseriscono nell’ambito della programmazione europea per la R&D in campo energetico, in particolare in relazione allo Strategic Energy Technology Plan (SET-Plan) e al Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l’Innovazione 2021-2027 Horizon Europe.
Pioggia di finanziamenti sulle energie alternative
Va detto, infine, che sono disponibili bandi e risorse a favore del MiTE e delle imprese italiane. L’attività del MiTE, per esempio, è supportata dai fondi del PNRR, che destina 34,7 miliardi di euro in 5 anni, fino al 2026, ai progetti di competenza del dicastero, di cui:
- 450 milioni di euro per la produzione di nuovi elettrolizzatori per l’idrogeno verde;
- 160 milioni per R&D sull’idrogeno;
- 1,92 milioni per lo sviluppo del biometano;
- 3,61 milioni rafforzamento smart grid;
- 200 mila euro per lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.
Il programma per il settore delle fonti rinnovabili di APRE (Agenzia per la Promozione e la Ricerca Europea), invece, ha assegnato oltre 385 milioni di euro di finanziamenti alle imprese italiane che partecipano, come partner o come coordinatore, ai 958 progetti ritenuti meritevoli di supporto economico su 6.000 presentati.